“Sui collegi dell’Italicum i parlamentari irpinio non hanno
fatto nulla. Anzi, quando hanno provato ad intervenire hanno
fatto anche peggio, spezzando in due parti il baianese, con
il risultato che non contiamo ne da una parte ne
dall’altro”.
Infatti Avella insieme a Sperone ed ai comuni del Vallo di
Lauro sono stati inseriti dal governo nel collegio
elettorale del Nolano-Vesuviano per le prossime elezioni
Politiche sancendo di fatto una separazione dall’Irpinia.
Alaia, lei è stato eletto consigliere regionale. E un anno
fa gli amministratori dell’intera provincia l’hanno scelta
per l’0qassemblea di palazzo Caracciolo. Ma da avellano con
l’Italicum si troverà ad affrontare le elezioni politiche
con una parte del territorio napoletano
“Viviamo una situazione paradossale, fuori dalla grazia di
dio. Sulla Bassa irpinia non ho riscontrato il reale
interessamento di alcun parlamentare, a prescindere dagli
schieramenti di appartenenza ( va segnalata sul tema la
interrogazione parlamentare al ministro dell’interno
presentata ieri da Angelo Antonio D’Agostino, ndr ). Non
solo è ancora più assurdo che nel momento in cui si è
provato a modificare l’impostazione del decreto legislativo
sui collegi, il risultato sia stato ancora più mortificante
per il territorio. in origine, infatti, si prevedeva di
spostare nel collegio nolano-vesuviano i 13 comuni del
Baianese e del Vallo di Lauro. Cos’ tutti insieme avremmo
contato di più in termini di rappresentanza. Oggi invece
l’esilio è riservato a 9 centri, con il Baianese spezzato in
due tronconi: Avella e Sperone con Napoli, gli altri con
l’Irpinia. Un disastro totale”.
Come viene vissuta dal Mandamento del Baianese questa
divisione?
” Malissimo per un motivo molto semplice: il Baianeseè
geograficamente un agglomerato unico, i centri sono
limititrofi, ci sono abitazioni che insistono al confine con
un paese e l’altro. L’attuale ripartizione rappresenta una
sconfitta, un sonoro schiaffo per tutto il territorio del
mandamento. La commissione del governo ha operato senza
ragionare”.
In queste ore il PD irpino ha mosso una serie di iniziative
per chiedere la modifica del decreto, ma alla base sembra
esserci uno scontro interno. Dal suo punto di vista come si
può intervenire sul provvedimento?
” Dal mio punto di vista, al di la di scontri di partito che
non mi interessano, spero che la mobilitazione serva a
qualcosa, ma credo che si sarebbe dovuto agire prima. E ad
agire, lo ripeto, avrebbero dovuto esserci i parlamentari
irpini. Tutti insieme erano tenutio a far sentire la loro
voce, perchè sono gli unici a poter agire concretamente nel
luogo della decisione, cioè la capitale. Invece ho soltanto
sentito esternazioni pubbliche e nessuna iniziativa degna di
nota. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, con
la mortificazione della Bassa irpinia e dei suoi residenti,
esiliati e soli, messi nella condizione di non poter
incidere in sede elettorale. L’auspicio è che deputati e
senatori si muovano almeno nei prossimi giorni, seppur in
ritardo. Cos’ com’è l’Italicum non rispetta un pezzo
dell’Irpinia che merita molta più considerazione”.